Benedetto Cotruglio dedica un paragrafo del suo libro ai luoghi dell’intraprendere. Il mercante, scrive, deve operare nei luoghi in cui l’impresa è positivamente apprezzata dall’ambiente. Per questo, precisa nel 1458, bisogna evitare Sicilia e Calabria che sono cattive terre per l’impresa. Eppure la visione d’impresa unita ad un grande coraggio imprenditoriale può superare anche queste secolari ostilità ambientali.

E’ questa la lezione della creazione del Terminal Container di Gioia Tauro, concepito e realizzato tra il 1992 e il 1997, ed alla quale concezione e realizzazione ho avuto la fortuna di essere strettamente e direttamente partecipe come consulente prima e poi presidente della società gestore. In pochi anni il Terminal di Gioia Tauro si è imposto come il più importante terminal container del Mediterraneo e lo è ancora, nonostante tutti gli sforzi per farlo andare male da parte delle nostre autorità. Ha cambiato le rotte del Mediterraneo, intercettando le grandi navi che andavano dirette ai porti del Nord; come porto hub o di transhipment ha creato attività e sviluppo per tutti gli altri porti italiani; ha creato centinaia di posti di lavoro qualificati in una delle più tremende terre del mezzogiorno, dominata da cosche  mafiose di ogni tipo e da un’amministrazione pubblica che è peggio della peggior cosca mafiosa.  Ciò è frutto essenzialmente di una persona, Angelo Ravano, imprenditore ligure che a vent’anni emigrò da Genova per il Nord Europa perché a Genova nessuno credeva alla rivoluzione dei container che il giovane Angelo Ravano vedeva, invece, chiaramente e precorreva.  Nel Nord Europa fece fortuna come gestore di terminal container e come armatore di linea e di container. Nella maturità creò e operò il terminal container di Spezia e poi di Gioia Tauro. Non posso entrare nei dettagli della grande visione che portò all’impresa di Gioia Tauro. Quello che mi interessa maggiormente sottolineare è che, in questo caso, non era sufficiente una grande  visione. Era necessario un grande coraggio per superare tutte le ostilità ambientali che caratterizzavano e caratterizzano la Calabria. Coraggio intellettuale, morale, finanziario e anche fisico.
 
LEZIONI DI IMPRESA, DA TEMPI E LUOGHI DIVERSI
01 Albertano da Brescia (prima metà del 1200)
>> LA NASCITA DELLO SPIRITO D’IMPRESA
 
02 Benedetto Cotruglio (1458)
>> ORGOGLIO E LEGITTIMAZIONE DELL’IMPRESA
 
03 Henry Ford (prima fase) (1863-1947)
>> VISIONE D’IMPRESA
 
04 Il Terminal Container di Gioia Tauro (Angelo Ravano, morto nel 1994)
>> CORAGGIO IMPRENDITORIALE
 
05 Nicolino e gli ulivi
>> THINK IMPERSONALLY
 
06 Dalle lezioni di Marco Vitale
>> I PROCESSI DI ACCUMULAZIONE
 
07 Dalle lezioni di F. Oppenheim
>> LA DINAMICA DEI PROCESSI AZIENDALI
 
08 Dalla ricerca sugli hidden champions di Hermann Simon
>> I FATTORI VINCENTI
 
09 Henry Ford (seconda fase)
>> IL DECLINO DELL’IMPRENDITORE E DELL’IMPRESA
 
10 Luciano Gallino e l’antico mito di Epimeteo
>> L’IMPRESA IRRESPONSABILE
 

Senza coraggio, suo e dei suoi più diretti collaboratori, quell’impresa (che rimane una delle poche cose serie fatte nel Mezzogiorno negli ultimi vent’anni) non sarebbe stata possibile.

Angelo Ravano fa parte delle persone che mi hanno fatto capire il valore del coraggio imprenditoriale.  Non me le ha insegnato parlandone, ma con suoi comportamenti. Lo conobbi sul lavoro e ci siamo incontrati, quasi sempre, solo per motivi di lavoro. Mi ha fatto capire anche quelle poche cose che conosco di economia marittima. Ma la sua è stata soprattutto una lezione di umanità e di imprenditorialità. Quando lo conobbi mi stavo interessando di un gruppo ligure che stava vivendo una grave crisi. Credo che fu l'unico ligure che ci diede un aiuto vero. Con le sue idee, con la sua astuzia, con la sua generosità, con la sua fantasia, con la sua conoscenza profonda dei fondamentali dell'economia marittima, ma soprattutto con la sua serenità. I problemi che dovevamo affrontare erano molto complessi, ma lui era sempre sereno, dava sempre l'idea che, alla fine, avremmo trovato la soluzione. Trasmetteva sicurezza. Quella sicurezza che viene da una profonda conoscenza del mestiere, dall'aver visto e domato tante burrasche, ma anche da un sicuro e meditato sistema di valori. Lo spirito d'impresa, cioè il gusto del creare, del fare, dell'intraprendere, del realizzare, ispirava le sue azioni e le sue parole. Immagino che, come uomo, avrà, come tutti noi, avuto le sue debolezze, le sue miserie. Ma come imprenditore, e in particolare come imprenditore marittimo, era un campione. Queste cose le dico non perché è morto, come commemorazione di stile. Le dico perché è vivo. Perché egli ci ha lasciato una lezione su cosa vuole dire essere imprenditori, che non dobbiamo, che non vogliamo lasciare cadere. Tanto più in un'epoca in cui le manipolazioni dei media rendono sempre più difficile distinguere fra imprenditori veri, degni di portare questo nome così bello ed impegnativo, e semplici affaristi. Angelo Ravano era un imprenditore vero, nel senso classico ed antico del termine, anche perché  la sua mente ed il suo cuore erano sempre tesi, sino all'ultimo, a cogliere i segni del futuro, del nuovo. L'ultima volta che lo incontrai parlammo a lungo del porto di Gioia Tauro, un progetto da lui voluto e che lo entusiasmava. Alla fine, con il suo sorriso arguto e ironico mi disse: "poi, un giorno mi faranno una statua”. Io, lì per lì, non ebbi la prontezza di rispondergli come avrei dovuto, di dirgli quello che ho pensato poi: la tua statua, Angelo Ravano, sono il terminal container diLa Spezia e quello di Gioia Tauro e le tante persone che, in quei siti affascinanti, portano avanti e trasmettono alle nuove generazioni il tuo esempio di un uomo "who does a good job". Con indomito coraggio.

 
  Home | Curriculum | Le lezioni | I libri | Le esperienze | Dicono di lui | Testi | Appuntamenti | Dialogo | Contatti | Disclaimer |  
 
Marco Vitale © 2015
web by Voix Up